OSTEOPOROSI – CRITERI DI VALUTAZIONE E DIAGNOSI

I criteri per valutare i livelli di gravità della malattia sono stati di recente indicati dall'OMS: classificazione molto utile per decidere la giusta terapia. Si distinguono un'osteoporosi di tipo I, o post-menopausale, e una di tipo II, o senile.
Conoscere il numero esatto dei colpiti non è facile: i numeri ufficiali sono la punta di un iceberg. La malattia, infatti, di per sé non provoca gravi disagi al paziente, che di conseguenza non si rivolge al medico finché non vi sono complicazioni, dai dolori alle fratture. Per lo stesso motivo il paziente “dimentica” o evita le cure, soprattutto se da ripetere assiduamente.
La diagnosi si effettua con la MOC, esame che misura la densità ossea e scopre segnali di porosità precocemente, anche quando non esiste segnale della malattia. Ma non rientra nei piani di prevenzione nazionali (come invece la mammografia o il pap test per i tumori): solo dopo una prima frattura scatta il rimborso dei farmaci “salva-ossa” e la gratuità per i test di prevenzione dal costo di poche decine di euro (varia da Stato a Stato, e in Italia da Regione a Regione). Dopo la menopausa, o dopo i 65 anni negli uomini, soprattutto nei fumatori e in chi deve fare uso di cortisonici, un controllo periodico sarebbe d'obbligo. E se l'osso è rarefatto, una cura (oggi basta un'iniezione all'anno) ridurrebbe danni e costi socio-sanitari.

0 commenti:

Invecchia insieme a me. Il meglio deve ancora venire. - Robert Browning
AVVERTENZA - Questo blog ha esclusivamente scopo informativo e non è inteso come sostitutivo dell'atto medico. Pertanto le informazioni qui riportate non devono essere utilizzate per diagnosticare o curare un disturbo o una malattia. Il Lettore è invitato ad interpellare il proprio medico curante per domande relative al proprio stato di salute.