Piacere, riproduzione, fonte di identità fisica e psicologica, energia di aggregazione comunitaria… Il sesso è tutto questo e molto altro. Ma solo se si trova in stato di buona salute.
La salute sessuale è un diritto. È una condizione fisica, emotiva, mentale e sociale che l'OMS riconosce come diritto umano.
Diritto che passa attraverso desiderio e piacere reciproci. Molte culture, religioni, società danno per acquisito, anche se non sempre per approvato, che uomo e donna siano vicendevole oggetto di desiderio e fonte di piacere.
Una vita sessuale sana è cardine della salute psico-fisica della persona. È un'aspirazione naturale di ogni uomo, ed è un fattore di piena attuazione della persona. Ma sono molti a vivere in condizione di disagio la propria sessualità e a presentare forme varie di patologia e di disturbo che negano l'attuazione stessa della persona.
La distorsione culturale della virilità mina il diritto alla salute sessuale. La difficoltà ad affrontare con efficacia questo ordine di problemi è sempre collegata a distorsioni culturali. La più evidente, nel contesto antropologico di questi decenni, è l'affermazione di un modello virile che chiude il varco a insicurezze e paure e premia false sicurezze vissute a tutto campo. La sfera sessuale, per la sua rilevanza e delicatezza, è la vittima più facile per questi espedienti di controllo sociale regressivo.
Il banco di prova dell'orgasmo reciproco. In una simmetria non casuale, l'uomo a tutta prova si trova confrontato con la riscoperta dell'orgasmo femminile. Un valore acquisito dalla rivoluzione sessuale che ad ampio spettro diventa proposta e richiesta di piacere. In teoria ciò ricompone il modello naturale di sessualità. Nella pratica di relazione, al modello virile resta poco spazio per l'abbandono sereno alle energie vitali del piacere: la domanda di orgasmo è vissuta come un giudizio pendente. Una sfida alla propria fisiologia, alla capacità di dominare se stesso e, di conseguenza, la partner.
I mali della cultura fallocentrica. Il soggetto unico di ogni discorso sulla sessualità diventa il pene: esso consolida tutte le aspettative e i timori; è in debito di dimostrare la virilità e di procurare l'orgasmo. Quasi un terzo attore tra l'uomo e la donna. Un piccolo dio capriccioso che può esaltare o abbattere. Ecco l'ansia da prestazione, i complessi di inadeguatezza, il non detto, il non decente. Infine da una parte la fuga, dall'altra la violenza: le due facce della stessa incapacità maschile di viversi serenamente come oggetto di desiderio e fonte di piacere.
L'era della pillola per lui. Un contributo rilevante alla pacificazione tra l'uomo e il suo pene viene offerto dal Viagra, nel 1998. Con la pillola azzurra l'uomo riacquista fiducia nel proprio corpo; e, con questo, cade il tabù del non dicibile. Ed è il presupposto per riacquisire una piena salute sessuale non fallocentrica. Storicamente il Viagra riporta il rapporto uomo-donna nel giusto equilibrio: il sesso sano edifica, arricchisce, rallegra, conforta, avvicina l'umanità.
La salute sessuale è un diritto. È una condizione fisica, emotiva, mentale e sociale che l'OMS riconosce come diritto umano.
Diritto che passa attraverso desiderio e piacere reciproci. Molte culture, religioni, società danno per acquisito, anche se non sempre per approvato, che uomo e donna siano vicendevole oggetto di desiderio e fonte di piacere.
Una vita sessuale sana è cardine della salute psico-fisica della persona. È un'aspirazione naturale di ogni uomo, ed è un fattore di piena attuazione della persona. Ma sono molti a vivere in condizione di disagio la propria sessualità e a presentare forme varie di patologia e di disturbo che negano l'attuazione stessa della persona.
La distorsione culturale della virilità mina il diritto alla salute sessuale. La difficoltà ad affrontare con efficacia questo ordine di problemi è sempre collegata a distorsioni culturali. La più evidente, nel contesto antropologico di questi decenni, è l'affermazione di un modello virile che chiude il varco a insicurezze e paure e premia false sicurezze vissute a tutto campo. La sfera sessuale, per la sua rilevanza e delicatezza, è la vittima più facile per questi espedienti di controllo sociale regressivo.
Il banco di prova dell'orgasmo reciproco. In una simmetria non casuale, l'uomo a tutta prova si trova confrontato con la riscoperta dell'orgasmo femminile. Un valore acquisito dalla rivoluzione sessuale che ad ampio spettro diventa proposta e richiesta di piacere. In teoria ciò ricompone il modello naturale di sessualità. Nella pratica di relazione, al modello virile resta poco spazio per l'abbandono sereno alle energie vitali del piacere: la domanda di orgasmo è vissuta come un giudizio pendente. Una sfida alla propria fisiologia, alla capacità di dominare se stesso e, di conseguenza, la partner.
I mali della cultura fallocentrica. Il soggetto unico di ogni discorso sulla sessualità diventa il pene: esso consolida tutte le aspettative e i timori; è in debito di dimostrare la virilità e di procurare l'orgasmo. Quasi un terzo attore tra l'uomo e la donna. Un piccolo dio capriccioso che può esaltare o abbattere. Ecco l'ansia da prestazione, i complessi di inadeguatezza, il non detto, il non decente. Infine da una parte la fuga, dall'altra la violenza: le due facce della stessa incapacità maschile di viversi serenamente come oggetto di desiderio e fonte di piacere.
L'era della pillola per lui. Un contributo rilevante alla pacificazione tra l'uomo e il suo pene viene offerto dal Viagra, nel 1998. Con la pillola azzurra l'uomo riacquista fiducia nel proprio corpo; e, con questo, cade il tabù del non dicibile. Ed è il presupposto per riacquisire una piena salute sessuale non fallocentrica. Storicamente il Viagra riporta il rapporto uomo-donna nel giusto equilibrio: il sesso sano edifica, arricchisce, rallegra, conforta, avvicina l'umanità.
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