In questa situazione, gli uomini sarebbero assai più a rischio delle donne, perché sostanzialmente allergici alla prevenzione e ai controlli. Le donne ormai sanno che la menopausa porta generalmente con sé anche una perdita di tessuto osseo. Ma gli uomini non hanno alcun segnale naturale che li avverta. La rottura di una vertebra, una gamba o un braccio, è il vero segnale, primo e ultimo. Perché ormai le ossa sono già andate.
E l'uomo, psicologicamente, non accetta facilmente la malattia. Al contrario della donna, si chiude in se stesso, si deprime, si isola. E finisce per avere minori capacità di curarsi e di resistere. Lo confermano le cifre: nelle fratture di femore a un anno, muoiono il 17-18 per cento delle donne, ma oltre il 30 per cento degli uomini, quasi il doppio. Nè ci si lasci ingannare, per le fratture del femore, dalla inferiore percentuale (30 per cento) degli uomini rispetto alle donne: esse vivono in media 6-7 anni di più, dunque hanno più possibilità di rompersi una gamba.
Ossa fragili, fino al punto che si possono rompere anche con un semplice colpo di tosse. La vita si allunga, la popolazione anziana cresce e con essa il numero di chi perde osso dalle ossa, che diventano porose. E fragili. Le donne, indebolite dai cambiamenti ormonali della menopausa, sono le più colpite percentualmente. Ma dopo i settant'anni, anche gli uomini cominciano la scalata percentuale verso il rischio fratture. L'OMS l'ha posta come emergenza sanitaria dei prossimi anni, quando nella sola Italia la popolazione generale sarà per il 40 per cento di over sessantacinquenni (2050). E già oggi nella sola Italia un milione di donne si fratturano (femore, vertebre, polso, caviglia, gomito) ogni anno a causa della fragilità ossea. Mentre sono 5 milioni le persone che ne soffrono e che quindi sono a rischio frattura o ri-frattura. Il 22,8 per cento sono donne di età superiore ai 40 anni. Ma la percentuale aumenta progressivamente, e drammaticamente, con l'età: 45,7 per cento tra i 70 e i 79 anni. Secondo la fotografia della FEDIOS.
E l'uomo, psicologicamente, non accetta facilmente la malattia. Al contrario della donna, si chiude in se stesso, si deprime, si isola. E finisce per avere minori capacità di curarsi e di resistere. Lo confermano le cifre: nelle fratture di femore a un anno, muoiono il 17-18 per cento delle donne, ma oltre il 30 per cento degli uomini, quasi il doppio. Nè ci si lasci ingannare, per le fratture del femore, dalla inferiore percentuale (30 per cento) degli uomini rispetto alle donne: esse vivono in media 6-7 anni di più, dunque hanno più possibilità di rompersi una gamba.
Ossa fragili, fino al punto che si possono rompere anche con un semplice colpo di tosse. La vita si allunga, la popolazione anziana cresce e con essa il numero di chi perde osso dalle ossa, che diventano porose. E fragili. Le donne, indebolite dai cambiamenti ormonali della menopausa, sono le più colpite percentualmente. Ma dopo i settant'anni, anche gli uomini cominciano la scalata percentuale verso il rischio fratture. L'OMS l'ha posta come emergenza sanitaria dei prossimi anni, quando nella sola Italia la popolazione generale sarà per il 40 per cento di over sessantacinquenni (2050). E già oggi nella sola Italia un milione di donne si fratturano (femore, vertebre, polso, caviglia, gomito) ogni anno a causa della fragilità ossea. Mentre sono 5 milioni le persone che ne soffrono e che quindi sono a rischio frattura o ri-frattura. Il 22,8 per cento sono donne di età superiore ai 40 anni. Ma la percentuale aumenta progressivamente, e drammaticamente, con l'età: 45,7 per cento tra i 70 e i 79 anni. Secondo la fotografia della FEDIOS.
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