Diabete, donne più vulnerabili e a rischio maggiore di complicanze

Il diabete nelle donne risulta più aggressivo e resistente alle cure, come confermano recenti ricerche promosse dall’Associazione Medici Diabetologi (AMD). Attenzione anche al diabete gestazionale, di cui soffre il 7-10% delle future mamme: se non riconosciuto e trattato, può associarsi a un’elevata morbilità della madre, del feto e del neonato.
Sono 3,2 milioni gli italiani – oltre 1 milione e mezzo le donne – colpiti dal diabete mellito di tipo 2, malattia che da sola assorbe il 10% dei costi a carico del Servizio sanitario nazionale, in gran parte dovuti alle complicanze legate alla malattia. Complicanze che, come conferma anche una recente analisi del Gruppo Donna di AMD, sarebbero più frequenti e più serie nel sesso femminile. E proprio il tema donne e diabete è stato al centro della Giornata Mondiale del diabete 2017 celebrata il 14 novembre. Facendo emergere il problema diabete in rosa.
“Nella popolazione femminile – spiega Domenico Mannino, presidente AMD - il diabete di tipo 2 è tra le principali cause di mortalità. In tutto il mondo, si contano 199 milioni di donne colpite dalla malattia; le pazienti hanno un rischio 10 volte più elevato di sviluppare patologie cardiovascolari rispetto agli uomini. Questa maggiore predisposizione alle complicanze da diabete è stata confermata anche dagli studi realizzati da AMD che, da decenni, con i suoi Annali, registra i dati di un ampio numero di pazienti osservati in condizioni ‘real life’, ossia nella vita quotidiana”.
In particolare, una ricerca condotta dal Gruppo Donna di AMD su oltre 450.000 assistiti, con diabete di tipo 1 e 2, in cura presso un terzo dei servizi diabetologici del Paese, ha evidenziato notevoli differenze di genere in termini di risposta alle terapie. In tutte le fasce d’età, le donne hanno maggiori difficoltà nel mantenere il controllo glicemico e il profilo lipidico è decisamente peggiore rispetto a quello degli uomini. Anche le complicanze cardiovascolari sarebbero più frequenti: l’infarto colpisce infatti le pazienti con glicemia elevata più spesso e in maniera più seria, con un tasso di mortalità più alto. A spiegare questa particolare “aggressività” del diabete in rosa vi sono probabilmente le differenze biologiche legate al diverso assetto ormonale nelle varie fasi di vita della donna ma anche una diversa risposta ai farmaci.
“E’ dunque fondamentale – continua Mannino – diffondere una maggiore sensibilizzazione sul tema donna e diabete, allo scopo di promuovere una medicina sempre più attenta alle differenze di genere e, al tempo stesso, stimolare la popolazione femminile ad avere più cura di sé, adottando sani stili di vita e sottoponendosi regolarmente ai dovuti controlli, soprattutto nel corso della gravidanza”.
Il diabete gestazionale rappresenta, infatti, un problema comune nelle donne in attesa. Secondo un recente studio interesserebbe circa il 7-10% delle future mamme, soprattutto se obese o in sovrappeso: diagnosticarlo precocemente e monitorarlo è essenziale, perché la sua presenza aumenta il rischio di parti prematuri, cesarei o malformazioni fetali. In più, il 35% delle donne che lo hanno contratto in gravidanza è a rischio di sviluppare un diabete di tipo 2 nei 5-10 anni successivi al parto.
“Il diabete gestazionale è la complicanza più frequente che si riscontra nelle donne in attesa - commenta Patrizia Li Volsi, coordinatrice del Gruppo Donna di AMD -. Alla luce dell’aumento dell’incidenza e prevalenza di diabete e obesità a livello mondiale ed italiano è necessario incrementare la consapevolezza del legame tra iperglicemia in gravidanza e rischio per la salute futura sia della madre sia del neonato. Le donne devono essere opportunamente informate sull’importanza di seguire una corretta alimentazione e svolgere regolare attività fisica, non solo per contrastare lo sviluppo futuro di diabete di tipo 2 ma per prevenire problemi al nascituro. Alla diagnosi di diabete gestazionale, inoltre, dev’essere garantita alla futura mamma la presa in carico congiunta di un team multi-professionale, che le garantisca l’inserimento in un Percorso Assistenziale Integrato. Investire sulla salute della donna permette di migliorare la salute delle generazioni successive e ridurre l’incidenza di diabete nel mondo”.
Con l’obiettivo di favorire un attento monitoraggio e una migliore gestione anche del diabete che insorge nelle mamme in attesa, AMD farà partire a breve un ampio studio multicentrico randomizzato, avvalendosi degli strumenti che oggi offrono le tecnologie digitali. “Coinvolgeremo 1.000 pazienti, uomini e donne, con diabete di tipo 2 o con diabete gestazionale - conclude Mannino -. Lo scopo che ci prefiggiamo con questo studio, uno dei più ampi al mondo sulla telemedicina, è quello di valutare in concreto i benefici offerti dall’impiego di un sistema di telecare per il controllo del rischio metabolico e cardiovascolare”.


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